Con oltre 30 milioni di album prodotti, Seal ha lasciato un segno indelebile nella musica pop, R&B, soul e dance. Una forza versatile nella cultura popolare, la sua tavolozza comprende inni come "Killer", "Crazy" e "Kiss From A Rose", che hanno lasciato un segno indimenticabile, e le sue collaborazioni con artisti diversi come Jeff Beck, Santana, P!nk e John Legend.
In un mondo così duro come quello del rock, poteva esserci posto per uno come Seal, un artista che non suonava e non assomigliava a nessuno della scena di allora? In effetti, la musica del debutto autoprodotto di Seal, pubblicato nel maggio 1991, non si adattava a nessun genere. Si muoveva liberamente tra i mondi della dance, del soul, del rock, del jazz e della musica sinfonica, a volte anche all'interno della stessa canzone. Erano canzoni strane, con strutture che si evolvevano in modo sorprendente. Sorprendente era anche l'uomo che le cantava: Alto un metro e novanta e adornato di dreads argentati, mentre mostrava con orgoglio un volto sfregiato per quello che allora era un motivo misterioso, Seal era una figura che alcuni avrebbero potuto trovare strana. Eppure una cosa non si può negare: la singolarità della sua voce, uno strumento finemente strutturato, sensibile e potente allo stesso tempo, rassicurante e robusto.
"Per anni sono andato in giro per le case discografiche e tutti dicevano la stessa cosa", dice Seal. "Ha una voce interessante che non assomiglia a nessun'altra, ma cos'è? È un artista soul? Sono sempre stato visto come un outsider. Ma è così che volevo. Non volevo adattarmi".
Oltre a comparire in film di registi iconici come Spike Lee e Joel Schumacher, la sua musica è stata celebrata con cover di Alanis Morissette, Bastille e George Michael.
