Les Jardins de la Place du Casino de Monte-Carlo
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Un oasi di verde nel pieno cuore di Monaco: i giardini della Place du Casino di Monte-Carlo

Pubblicato il Maggio 03, 2023Aggiornato il Maggio 22, 2023

Scoprite gli affascinanti giardini della Place du Casino di Monte-Carlo, un vero scrigno di pace nel cuore della città. Fra fontane, sculture e vegetazione lussureggiante, lasciatevi trasportare in un universo incantato e scoprite la storia di questi giardini emblematici del Principato. Tutte le illustrazioni che rappresentano le specie di piante e alberi sono state affidate all’artista Jean-Benoit Héron.

Scoprite le illustrazioni

 

 

I giardini della Place du Casino di Monte-Carlo: la vie en vert 

 

Se il Casinò di Monte-Carlo si apre a sud verso il Mediterraneo, la grande distesa blu come viene soprannominato, un breve tour verso nord è sufficiente per immergersi nei giardini lussureggianti che sovrastano la Place du Casino di Monte-Carlo. Questi due spazi verdi ospitano le impressionanti specie vegetali del “giardino della piccola Africa” e i rigogliosi boschetti dei “giardini dei Boulingrins” e risalgono al 1879, anno in cui S.A.S. il Principe Carlo III domandò al celebre architetto paesaggista, botanico e orticoltore Edouard André di crearli.

Les Jardins de la Place du Casino de Monte-Carlo
Vue Monaco

Considerata all’epoca come una regione molto calda che non si poteva abitare che durante l’inverno, un paradiso la cui flora doveva dare l’impressione di un’eterna primavera da dicembre a marzo, la Costa azzurra si è trasformata in un luogo d’accoglienza per le specie vegetali che temono il freddo provenienti dai quattro angoli del globo, che si acclimatano così a fianco alle specie endemiche locali. Nel corso del tempo il tracciato dei giardini e le specie vegetali presenti sono aumentati e i giardini dei Boulingrins e della piccola Africa restano come testimonianza di quell’epoca. Un invito a camminare lungo i viali, fra gli alberi, gli arbusti e i fiori.

“Oggi siamo in tre a prendercene cura tutto l’anno, fra annaffiatura, potatura, diserbatura, taglio dell’erba e sostituzione delle piante annuali”, spiega Vincent Capozzi, capo del dipartimento ambiente di Monte-Carlo SBM.

Il giardino della piccola Africa  

Su un terreno in leggera discesa, dove si rincorrono giochi d’acqua, questo spazio paesaggistico immaginato da Edouard André ha avuto sin da subito un deciso carattere tropicale, con una moltitudine di specie venute dai paesi dell’Oceano Pacifico meridionale“Questo importante paesaggista francese della seconda metà del XIX secolo è inoltre conosciuto per la sua tecnica, detta “pugno di sabbia”, che consiste nel disseminare la vegetazione come grani di sabbia sul suono per un effetto più naturale” racconta entusiasta Maurice Bauge, supervisore dei giardini. Qui, mentre i lavoratori approfittano della pausa pranzo sulle panchine e i bambini osservano le anatre nell’acqua, si passeggia all’ombra dei meravigliosi alberi, fra l’Ufficio del Turismo di Monaco e la Place du Casino di Monte-Carlo. Le specie antiche fanno parte del percorso degli alberi monumentali recensiti dalla Direzione della Pianificazione urbana, dalla Fondazione Principe Alberto II e dalla Direzione del Turismo nell’ambito dell’iniziativa:

“Monaco si impegna contro la deforestazione”.
Jardins petite Afrique
Les Jardins de la Place du Casino de Monte-Carlo

Ai piedi del giardino della piccola Africa, verso est, è possibile iniziare la passeggiata presso un Ficus MacrophyllaChiamato anche fico della baia di Moreton, o fico strangolatore, questo albero subito acclimatatosi al giardino si distingue grazie alle radici aeree ramificate che si ricongiungono al suolo per formare nuovi tronchi. Appena dopo, si trova un Melaleuca lanceolatauna specie arbustiva della famiglia delle Myrtaceae, conosciute per i loro oli essenziali dalle proprietà terapeutiche. Originaria del Messico, una Beaucarnea recurvata mostra il suo tronco a forma di piede di elefante e il lungo fogliame ricurvo a fianco di un Ginkgo biloba, conosciuto con il nome di albero dei quaranta scudi. La storia racconta che tale nome gli fu attribuito a seguito del prezzo pagato dal botanico francese Charles Pétigny per acquistarlo, pari a quaranta scudi d’oro. In Giappone, si attribuiscono proprietà afrodisiache alle foglie di questa specie di albero preistorico: si tratta infatti di un fossile vivente risalente al Giurassico e al Cretaceo, che ha conosciuto addirittura i dinosauri. 

Illustrazione: Ficus Macrophylla disegnato da Jean Benoit Héron

ficus
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Dopo un elegante Araucaria excelsia, o pino dell’isola di Norfolk, dal tronco longilineo e dai rami incredibilmente simmetrici, si intraprende la discesa tramite la parte ovest verso un Metrosideros excelsa, l’albero sacro dei Maori, conosciuto come albero di Natale in Nuova Zelanda grazie ai suoi stami rossi. Menzionato come uno dei più begli esemplari presenti in Francia nell’opera “I più grandi alberi di Francia”, pubblicata nel 1956, la circonferenza del tronco raggiunge ormai quasi i due metri. Per la cronaca, la conifera dal bel fogliame in basso è un Wollemia nobilis, o pino di Wollemi, specie scoperta nel 1994 in Australia, la cui popolazione conta solo un centinaio di esemplari in natura e che è stata introdotta nei giardini di tutto il mondo. “Questo esemplare presente nel giardino della piccola Africa è stato piantato nel 2006”, ha aggiunto Stéphane Moroni, che contribuisce alla manutenzione. “Lavorare con tutte queste specie tropicali è una grande fortuna, soprattutto perché questi spazi verdi fanno parte dei giardini ornamentali più antichi d’Europa”.

Illustrazione: Metrosideros excelsa disegnato da Jean Benoit Héron

Metrosideros excelsa
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Originaria degli Stati Uniti, la Magnolia grandiflora che ritroviamo nel giardino fa parte degli esemplari più apprezzati, grazie ai giganteschi fiori bianchi dal profumo delicato. Altra specie notevole, ma dalla fioritura rossa, è il Brachychiton X hybridus, che troneggia all’incrocio fra due viali. Il percorso si termina ai piedi del giardino della piccola Africa con un Pinus canariensis, o pino delle Canarie, una grande conifera con aghi sottili e pendenti estremamente lunghi. Quando passate, fate caso al fatto che questi aghi crescono in gruppi di tre.

“Verifichiamo regolarmente anche la solidità degli alberi, la loro resistenza allo sradicamento e, quando alcuni esemplari muoiono, cerchiamo di sostituirli con alberi identici, per preservare la biodiversità”, continua Vincent Capozzi.

I giardini dei Boulingrins  

Agli alberi alti ed esotici del giardino della piccola Africa rispondono i boschetti rigogliosi del giardino dei Boulingrins. Uno spazio verde che ispira un diverso rapporto con il paesaggio e il cui nome proviene dall’inglese “bowling green”. Creati da Edouard André nello spirito dei giardini alla francese, questi “boulingrins” dovevano servire come decorazione, attirando lo sguardo prospetticamente verso il Casinò di Monte-Carlo. Dopo diverse modifiche recenti, come la costruzione di un parcheggio interrato seguito dall’installazione dei padiglioni temporanei della Promenade Shoppingsono stati ripensati in versione contemporanea dall’architetto paesaggista Michel Desvigne, che ha tratto ispirazione da fotografie provenienti dall’archivio.

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È ora possibile passeggiare fra i prati, gli arbusti e le piante fiorite, fra i quali alcune specie storiche che sono state nuovamente impiantate. L’insieme è stato concepito come un viaggio attraverso zone geografiche, dal basso verso l’alto: l’Africa meridionale, l’Oceania e la Nuova Zelanda, l’Oceania e l’Australia, l’America meridionale e infine l’Asia. Un giardino circondato da grandi Washingtonia filifera, una palma con stipite originaria dell’Australia, dove si incrocia, fra gli altri alberi notevoli, un Chorisia speciosa, simile al kapok. La fibra vegetale setosa che ricopre i frutti del kapok serve fra l’altro a realizzare dei cuscini. 

“Oltre al clima clemente della Costa azzurra, questi giardini sono per me dei luoghi di tranquillità dove posso isolarmi dal traffico”, aggiunge Stéphane Morini. “Dal 2020, abbiamo sostituito i prodotti fitosanitari con trattamenti biologici. Ci affidiamo a batteri come il Bacillus thuringiensis contro i bruchi, o le secrezioni di crisope e di larve delle coccinelle, insetti che mangiano gli afidi e cocciniglie, per aiutarci nella manutenzione dei giardini”.

Jardins des Boulingrins
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Illustrazioni realizzate da Jean-Benoit Héron

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