La storia
Dopo la morte della nipote, Charlie "Bird" Parker, famoso sassofonista jazz nero, tenta il suicidio. La moglie di pelle bianca, Chan, lo ricovera in un pronto soccorso psichiatrico, ma rifiuta di farlo internare: un creatore ha diritto a una vita "insolita". Da questa situazione, vari flashback intrecciati rievocano la vita di Parker, che ha elevato il sassofono al suo massimo livello di espressione e ha influenzato tutta la sua generazione, ma la cui vita privata era un inferno quotidiano.
Le schede del cinema 2001
Recensione
Bird è un film ammirevole da ogni punto di vista. Innanzitutto per la sua libertà narrativa. È come se il tempo non esistesse nella storia. Va e viene come un tema musicale. Scende verso il fondo, verso le origini, per poi risalire bruscamente e senza preavviso alla superficie dell'angoscia e della violenza. È una storia "libera" da qualsiasi vincolo narrativo o melodico. Eastwood non si sofferma nemmeno sulla ricostruzione storica. L'immagine rimane sobria, scolpita nel granito del bianco e nero a colori, dove fonti di luce fuori campo disegnano riflessi sui corpi e sui volti degli attori. La fotocamera cattura solo quello; ne più ne meno.
Iannis Katsahnias, Cahiers du cinéma n° 409, giugno 1988, p. 54-55.
Clint Eastwood
Nato nel 1930, Clint Eastwood è senza dubbio il più grande regista americano degli ultimi trent'anni. Sebbene il suo immenso successo sia arrivato con i western di Sergio Leone, Clint Eastwood ha sviluppato molto presto un corpus di opere molto personali, in cui ha costantemente messo in discussione se stesso e la propria immagine. Tutti i suoi film, anche quelli meno personali, sono animati da un unico desiderio: mostrare un'America alla ricerca di un'unità perduta, lavorare "sul corpo" della storia e del sogno americano, rimodellarne le forme, i contorni e i rilievi. In questo cinema drammaticamente ricco di dubbi e false certezze, Clint Eastwood non si risparmia, assumendo sia la solitudine che le sfide che si pone come attore nei suoi film. In un'epoca in cui il cinema americano tende ad esaltare i meriti dei valori tradizionali, i film di Clint Eastwood giocano sui “cliché” ed i suoi generi cinematografici, mostrandoci uomini malconci, cani sciolti, duri, vittime del mondo o di loro stessi, individui torturati dai loro demoni interiori, eroi stanchi che escono dalla pensione per combattere la loro ultima battaglia. Inoltre, è senza dubbio in questa miscela unica di crudeltà e umanità, al crocevia tra Samuel Fuller e John Ford, che l'opera di Eastwood trae la sua eccezionale densità.
Vincent Vatrican