Niente è più difficile di ciò che è semplice. Da 60 anni Jan Garbarek si sforza di rendere chiaro e ovvio il difficile.
Come musicista improvvisatore, Jan Garbarek dice di cercare di adattare il suo modo di suonare "al tono, alla struttura e al temperamento della musica: si tratta di trovare un linguaggio comune". La sua ricerca di questo linguaggio ha attraversato le epoche, dalle canzoni popolari della sua nativa Norvegia, attraverso il jazz e la musica indiana, fino alle improvvisazioni basate sulla polifonia medievale.
Nato a Mysen, in Norvegia, Garbarek ha ascoltato per la prima volta John Coltrane alla radio, che gli ha ispirato il sassofono. Nel 1962, Garbarek vince un concorso per dilettanti di jazz e costruisce pazientemente la sua carriera, trascorrendo anche quattro anni con il compositore e teorico del jazz George Russell, che in seguito lo definirà "il musicista più originale del jazz europeo dopo Django Reinhardt". Nel 1969 Manfred Eicher, fondatore della ECM, chiese a Garbarek di unirsi al roster della sua nuova etichetta. Il primo album ECM di Garbarek fù Afric Pepperbird. "Dopo averlo registrato, sapevamo di avere qualcosa di speciale", ricorda Eicher. Sarebbe stato il primo passo di una delle carriere discografiche di maggior successo della ECM.
Jan Garbarek si fece conoscere al livello internazionale a metà degli anni Settanta suonando con il Quartetto Europeo di Keith Jarrett, che pubblicò gli album Belonging, My Song e le registrazioni dal vivo Personal Mountains, Nude Ants e Sleeper. Nel 1979, Garbarek ha registrato Photo with Blue Sky, il primo di una serie di album con il Jan Garbarek Group, un gruppo che andava regolarmente in tournée e la cui composizione si è evoluta nel corso dei decenni. Sarà solo nel 2007 che registreranno un album dal vivo, il doppio CD Dresden.
Tuttavia, sarà con Officium, una delle registrazioni più importanti della sua carriera, che il suo sassofono - una "quinta voce" – tisserà linee intorno alla polifonia del quartetto vocale, creando effetti tanto incantati quanto inaspettati. Nel 1999, una suite, Mnemosyne, ha ampliato la tavolozza, mentre Officum Novum ha esplorato la musica armena.
Jan Garbarek ha emozionato e commosso il pubblico in molti modi: Keith Jarrett, Anouar Brahem, l'Hilliard Ensemble e molti altri. Il suo "suono d'organo", per così dire, è stato a lungo il "Jan Garbarek Group", il quartetto con Yuri Daniel, Rainer Brüninghaus e Trilok Gurtu, il maestro batterista indiano.
L'"atmosfera" non deve sempre essere una nozione negativa nella musica. Il Jan Garbarek Group offre cio’ che è più bello di quello che possiamo aspettare dalle arti, dall’epoca e dagli ascoltatori, uno stato globale diverso.
