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12 cose che (forse) non sapevate sul Palazzo dei Principi di Monaco

Pubblicato il Aprile 03, 2023Aggiornato il Ottobre 13, 2023

A Monaco, il Palazzo dei Principi si erge sul famoso Le Rocher. Questo lo sanno tutti, o no? S.A.S. il Principe Alberto II e famiglia ci vivono. Benissimo, ma non è uno scoop. Quello che non tutti sanno è che diversi ritratti di principi sono stati dipinti da donne, e che sotto il Palazzo si cela una cisterna. E una serie di altri piccoli segreti, che tra poco vi sveleremo.

#1 - Una torre più giovane di quel che sembra

La Torre di Santa Maria sembra essere la più antica del Palazzo dei Principi. È vero e falso allo stesso tempo. Per diversi secoli è stata effettivamente la torre principale con funzione di maschio. Ma fu danneggiata durante il terremoto del 1887 che scosse l’intera regione. Di medievale ha solo l’aspetto, in quanto venne ricostruita dopo il sisma nel 1894. Di fatto è uno degli elementi architettonici più recenti del Palazzo.

Palais Princier

#2 - Fondatore mitico… e mito di fondazione

Fu il semidio Ercole che, passando per la Liguria sulla via del ritorno ad Atene, avrebbe eretto Le Rocher. Attorno a tutto il Cortile d’onore, il soffitto della Galleria d’Ercole sfoggia splendidi affreschi dedicati al semidio.

Il mito di fondazione ci riporta invece al XIII secolo. La leggenda narra che un certo Francesco Grimaldi, travestito da monaco (questa parola è spesso associata – impropriamente - all’etimologia del Principato di Monaco), fece irruzione nella fortezza con le armi nascoste sotto la tonaca. Fu con l’astuzia, e “con l’aiuto di Dio” (Deo Juvante è il motto di Monaco) che si impadronì del castello, fino a quel momento considerato inespugnabile. Questo mito del “Malizia”, il soprannome dato a Francesco Grimaldi, è visibile ancora oggi nei tenenti dello stemma del Principato.

Palais Princier
Palais Princier

#3 - Meglio prevenire che curare…

Nel 1506 Le Rocher fu assediato dai genovesi. L’occupazione, che durò fino all’inizio dell’anno successivo, mise in ginocchio i monegaschi, che però conservarono la propria indipendenza. Poiché il Palazzo si erge su un altopiano, la mancanza d’acqua a un certo punto divenne insostenibile durante l’assedio. Al termine di questa esperienza terribile, i governanti decisero di costruire una cisterna sotto il Palazzo che fosse in grado di resistere a un altro ipotetico assedio di due anni. Ipotetico, dato che da allora Monaco non ha più subito simili assalti.

#4 - Gradite ancora un po’ di millefoglie?

Nella maggior parte delle stanze del castello i visitatori forse non sanno di avere dinnanzi elementi decorativi di epoche molto diverse. Il Cortile d’onore, ad esempio, è come un dolce a più strati, un “millefoglie”: alcune delle pitture murali risalgono al XVI secolo. L’ispirazione della composizione non è ancora del tutto nota, ma non si hanno praticamente più dubbi sulla sua datazione. Si possono osservare anche diversi strati di restauro. Oggi la strategia del Palazzo dei Principi in termini di conservazione e restauro è chiara. Le sovrapposizioni vengono rimosse per tornare a uno stato pittorico più soddisfacente, sia in termini di narrazione sia di coerenza artistica e storica con la relativa deontologia professionale.

Nel Cortile d’onore e in diverse stanze del Palazzo, sotto le tinte del XIX secolo le équipe di restauro hanno riportato alla luce affreschi rinascimentali. Un vero e proprio lavoro certosino che oggi permette di ammirare il Palazzo da una prospettiva del tutto inedita.
 
Palais Princier

#5 - Palazzo piccolo, grandi ambizioni

Nel XVII secolo il Principato voleva dimostrare di essere un grande Stato. Per questo si dotò di vari elementi di sfarzo. Ad esempio, la targa sotto la prima porta del Palazzo indica di aver visto transitare “tant de rois, tant d’empereurs et tant de souverains pontifes” (“numerosi re, imperatori e Sommi Pontefici”). Nello stesso periodo, il sovrano Luigi I di Monaco dotò il Cortile d’onore di una maestosa scalinata a ferro di cavallo in stile rinascimentale che ricorda quella del castello di Fontainebleau. Un segno che attesta dunque la volontà di ravvicinamento con la monarchia francese, anche se la scalinata fu progettata all’epoca da un architetto genovese. Nel XIX secolo fu trasformata e dotata di gradini in marmo di Carrara e sfere in marmo Portoro per il corrimano.

Palais princier

#6 - Attenzione, indagini in corso!

Ma chi ha dipinto gli affreschi del Palazzo dei Principi? Negli archivi dei Grimaldi sono state trovate tracce di un artista contemporaneo di Raffaello. Una ricevuta del 1547 attesta infatti che un certo Nicolosio Granello, grande pittore della scuola genovese del Cinquecento, avrebbe ricevuto il pagamento di “113 scudi di oro buono” per un lavoro pittorico. Diversi ricercatori stanno attualmente cercando di risolvere il “mistero”.

 

#7 - Bye bye “Matignon”, buongiorno “Europa”

Una delle stanze del Palazzo dei Principi è stata rinominata di recente. Il salone Matignon oggi si chiama Camera d’Europa. Grazie a diverse indagini e tecniche di restauro, infatti, il soffitto ha finalmente svelato i suoi segreti: primo fra tutti, un affresco centrale che rappresenta il famoso episodio mitologico del rapimento di Europa da parte di Giove. Quindi un fregio, scoperto sotto le modanature in legno e poi pazientemente restaurato.

Les fresques de la Renaissance au Palais Princier de Monaco

#8 - Home sweet home

Nel 1732, il dipinto di Jacopo Bassano Marcia degli israeliti nel deserto lasciò Monaco per l’Hôtel de Matignon, la residenza parigina della famiglia principesca monegasca. Fu poi venduto dopo la Rivoluzione francese. Molti altri dipinti lasciarono le collezioni principesche per questi stessi motivi alla fine del XVIII secolo. La ricostituzione delle collezioni e degli arredi intrapresa dai principi dopo il periodo rivoluzionario ha acquistato nuovo slancio negli ultimi anni. La Marcia degli israeliti nel deserto e altri dipinti sono così tornati a Palazzo grazie all’investimento del principe Alberto II. Oggi si possono ammirare in diverse stanze.

Palais princier
Le Palais Princier

#9 - Il pittore era... una pittrice

Il ritratto di Ippolita Trivulzio, prima principessa di Monaco, che si può ammirare nell’Anticamera verde, è stato dipinto da una donna: l’artista Fede Galizia. Anche altri ritratti di sovrani monegaschi sono stati realizzati da donne. Questo fatto sorprendente ha dato a S.A.S. il Principe Alberto II l’idea di dedicare una parte della collezione del Palazzo dei Principi alla pittura femminile che abbraccia più secoli. Un tema affascinante e ancora poco conosciuto, ad eccezione di figure come Artemisia Gentileschi, la prima donna che riuscì ad affermarsi in un ambiente fino a quel momento ad appannaggio maschile.

#10 - L’odissea della Sala del Trono

I lavori di restauro e conservazione del Palazzo dei Principi hanno portato alla luce un vasto affresco sul soffitto della Sala del Trono. Per raggiungere tale risultato è stato necessario rimuovere gli strati successivi dall’opera, in particolare un restauro eseguito da italiani nel 1953. A poco a poco l’affresco originale è venuto alla luce: una superba iconografia ispirata all’Odissea di Omero. Una scelta che permette di dare risalto a tematiche pregnanti come la famiglia o la terra di nascita.

Palais Princier

#11 – E che simboli!

Due collari di Grand Maître dell’Ordine di San Carlo e dell’Ordine dei Grimaldi, sigilli, posate con stemma, decorazioni monegasche, monete coniate dai principi a partire da Onorato II, una sciabola da generale dell’esercito francese di Luigi II, la spada regalata dai monegaschi al principe Ranieri al momento dell’ascesa al trono... Tutti questi simboli della sovranità sono esposti in una piccola stanza del Palazzo.

Palais Princier

#12 - Da Matignon a Grimaldi, una storia di famiglia/e

Dal XV secolo, in assenza di maschi le donne sono autorizzate a governare a Monaco. I coniugi devono quindi prendere il nome dei Grimaldi. Fu così che Giacomo IV di Matignon divenne Giacomo I di Monaco nel 1715, quando sposò la principessa sovrana Luisa Ippolita. Grande appassionato d’arte, unì la sua collezione di famiglia a quella dei Grimaldi e fece del suo palazzo parigino la sua vetrina d’arte. Giacomo I insistette affinché l’edificio conservasse il nome Matignon che, per una casualità della storia, un giorno sarebbe diventato la residenza del Primo Ministro francese.

Foto: Anticamera dell'Hôtel de Matignon

Palais princier
Palais Princier

© Axel Bastello, Michael Alesi, Geoffroy Moufflet / Palais princier

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