Les femmes de légendes de Monaco
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Ode alle donne che hanno fatto la leggenda di Monaco

Pubblicato il Febbraio 27, 2020Aggiornato il Giugno 19, 2023

Erano brillanti, talentuose e indomite. E poiché hanno profondamente segnato la storia di Monaco, Monte-Carlo Société des Bains de Mer prende spunto dalla Giornata internazionale dei diritti della donna per rendere omaggio a sei indimenticabili personaggi femminili, e per ringraziare tutte le donne che operano con diligenza, lontano dai riflettori, per far perdurare e prosperare questo gioiello della French Riviera.

1. Marie Hensel Blanc

La sposa del fondatore di Monte-Carlo Société des Bains de Mer ha lasciato a Monaco un'impronta indelebile. Eppure nulla la faceva apparire una predestinata: nata nel 1833 in un famiglia modesta della regione di Francoforte, le sue uniche conoscenze del mondo degli affari sono legate alla bottega del padre, un ciabattino. Tutto cambia nel 1847, allorché prende servizio presso un certo François Blanc, un imprenditore francese che gestisce il casinò della località balneare di Homburg. Intelligente e vivace, Marie attira ben presto le attenzioni del suo datore di lavoro, che le regala un'istruzione... e poi la sposa una volta raggiunta la maggiore età. Nel 1863 la coppia è invitata dal Principe Charles III di Monaco per sviluppare il potenziale turistico del Principato. È così che vede la luce Monte-Carlo Société des Bains de Mer e che viene lanciato il Casino de Monte-Carlo. Dotata negli affari come nelle relazioni pubbliche, Marie Blanc partecipa attivamente allo sviluppo dello stabilimento, e lancia nel contempo progetti di gran portata. Tanto per cominciare, dà il via agli scavi per la creazione delle Cantine dell’Hôtel de Paris, finanziandoli di tasca propria. Segue poi la costruzione dell'Opéra de Monte-Carlo, firmata dall'architetto Charles Garnier. E infine parte il progetto dei giardini del Casinò, che diverranno gli splendidi Boulingrins. Dopo il decesso del marito, Marie prende le redini della società e continua a farla prosperare. Per renderle omaggio, basta recarsi al 17 di avenue d’Ostende, e ammirare la Villa Belle Époque: un palazzo neoclassico di cento stanze che fu la sua residenza privata.

 

Journée internationale des droits de la femme à Monaco, avec Joséphine Baker, Elsa Maxwell, Marie Hensel Blanc et Sarah Bernhardt

2. Elsa Maxwell

Pianista di music-hall nata negli Stati Uniti nel 1883, dopo la Prime Guerra Mondiale Elsa Maxwell si specializza nell'organizzazione di serate mondane in Europa. Particolarmente dotata per tutto ciò che concerne l'arte del divertimento, partecipa in particolare alle creazione del celebre Lido, a Venezia. Negli anni '20, viene chiamata da Monte-Carlo Société des Bains de Mer, che le chiede di sviluppare il turismo estivo a Monaco. Elsa adempie brillantemente alla sua missione: il 16 luglio 1928, in occasione dell'inaugurazione del Monte Carlo Beach, organizza una festa la cui stravaganza verrà ricordata per sempre. In quest'occasione si vedono yacht decorati, motoscafi che trainano i primi gladiatori degli sport nautici, invitati di prestigio mascherati da imperatori... Il tutto in modo smisurato. Il mondo intero ne parla: Monaco entra allora a far parte del club blindato delle destinazioni estive. E se oggi il ristorante stellato del Monte-Carlo Beach porta oggi il suo nome, Elsa, è proprio per omaggiare questa grande visionaria dal sorriso caloroso.

Journée internationale des droits de la femme à Monaco, avec Joséphine Baker, Elsa Maxwell, Marie Hensel Blanc et Sarah Bernhardt

3. Joséphine Baker

Quando la prima ballerina della « Revue Nègre » giunge a Monaco, ha già 63 anni. E alla sua spalle ha un lunga carriera piena di momenti epici, da Broadway a L'Avana, passando per Montmartre e la Resistenza francese. Nel 1969, forte della sua immensa celebrità, Joséphine Baker viene invitata dalla Principessa Grace a soggiornare gratuitamente presso la Villa l’Aiglon, nella vicina Roquebrune. La ballerina adotta in tutta naturalezza lo stile di vita monegasco. Nel 1974 torna sulla scena per il pubblico di Monaco, dopo esser stata per anni lontana dalle luci dei riflettori, e trionfa sul palcoscenico dello Sporting Club. Muore nel 1975 a Parigi, ma riposa al cimitero di Monaco, come desiderava la Principessa Grace.

Journée internationale des droits de la femme à Monaco, avec Joséphine Baker, Elsa Maxwell, Marie Hensel Blanc et Sarah Bernhardt

4. Sarah Bernhardt

Per numerosi critici, Sarah Bernhardt continua a essere la più grande attrice tragica del XIX secolo. Ed è peraltro proprio pensando a lei che Jean Cocteau ha forgiato l'espressione « mostro sacro ». Nata a Parigi nel 1844, dopo essersi iscritta al Conservatorio all'età di quattordici anni, Sarah Bernhardt trascorre qualche anno in seno alla Comédie-Française, prima di esserne espulsa per aver schiaffeggiato un'altra pensionante. Ma non importa, Sarah prosegue brillantemente la sua carriera. Scopre Monaco nel 1879, in occasione dell'inaugurazione dell’Opéra de Monte-Carlo, un appuntamento storico a cui sono invitate ben 800 persone, tra cui i più grandi nomi d'Europa. A seguito del gradimento caloroso del pubblico e di Monte-Carlo Société des Bains de Mer, si produrrà regolarmente su questo palcoscenico, fino alla sua morte. In omaggio al suo immenso talento, un lato della salle Garnier è ornato con una scultura realizzata con le sue proprio mani, e intitolata, « Le Chant ». Perché la grande Sarah aveva anche un talento come scultrice, un talento che i committenti monegaschi hanno subito saputo riconoscere.

Journée internationale des droits de la femme à Monaco, avec Joséphine Baker, Elsa Maxwell, Marie Hensel Blanc et Sarah Bernhardt

5. La Bella Caroline Otero

Caroline Otero, detta « La Bella Otero », fu una cortigiana delle Belle Epoque, la cui bellezza e il successo facevano letteralmente girare la testa. Tra tutte queste «dames» è senza dubbio quella che ebbe la vita più avventurosa. Nata in Spagna il le 4 novembre 1868, il suo vero nome era Agustina Otero Iglesias. Sua madre, gitana, allevò da sola i suoi numerosi figli, Fin dall’età di 12 anni, la piccola Otero prese a danzare nelle strade, nelle locande o nei cabaret per provvedere ai suoi bisogni e a quelle della sua famiglia. Giunse a Parigi all’età di 21 anni e iniziò la sua carriera al Cirque d'été e al Grand Véfour. I giornalisti, abbagliati e sempre in vena di novità, le diedero il soprannome di « Bella Otero ».

Diventata un’autentica vedette alle Folies Bergère a Parigi, cominciò subito le sue tournée negli Stati Uniti, in Russia e in Europa, per spettacoli di cui ci si ricorderanno soprattutto i suoi abbigliamenti: sontuosi, adornati di gioielli che valorizzavano le sue curve generose…

«Femme fatale» (molti dei suoi amanti, col cuore spezzato, si suicideranno, mentre certi rivali si sfidarono in duello), la Bella Otero sedusse i grandi del mondo: re, come Edoardo VII e Leopoldo del Belgio, aristocratici, come il duca di Westminster e il Granduca Nicola di Russia, scrittori come Gabriele d'Annunzio o ancora politici, come Aristide Briand.

Era una grande giocatrice e frequentatrice abituale del Casino de Monte-Carlo. Ci entrava al braccio dei suoi spasimanti, che spesso mettevano mano al portafoglio per porre rimedio alle sue perdite colossali. Peraltro, la Bella Otero aveva ben poca stima per i maschi: « Quando un uomo è ricco, non è più brutto», era solita affermare. Questo sovrano disprezzo, che non nasconderà neppure nelle sue Mémoires, scritte nel 1926, aveva senz’altro le sue radici nella violenza che aveva segnato la sua infanzia – era stata gettata per strada dalla madre, e quindi era stata violentata all’età di 12 anni.

La Bella Otero lasciò il palcoscenico nel 1915, quand’era ancora all’apice della sua gloria, allo scopo di lasciare di sé il ricordo di una donna bella e desiderabile. Prese dimora a Nizza, dove acquistò un maniero, che non riuscì comunque a conservare: passando il suo tempo al casinò, accumulò perdite e finì in rovina, Dopo aver saputo della sua indigenza, la direzione del Casino de Monte-Carlo decise di pagarle l’affitto in un piccolo hotel di Nizza, e di versarle una pensione fino alla morte (va ricordato che non è la sola a beneficiare o aver beneficiato d’una piccola rendita da parte del Casinò). Il 10 aprile 1965, all’età di 96 anni, La Bella Otero mise fine ai suoi giorni.

La naissance d'un mythe : Le Casino de Monte-Carlo

6. Coco Chanel

Ha fatto indossare i pantaloni alle donne, autorizzandole a correre. Ha lanciato la voga dell’abbronzatura, gli abiti da sport e androgini, i capelli corti. Ha rivoluzionato la moda - e soprattutto l’immagine della donna. Il suo nome era Gabrielle Chanel, detta Coco, nata nel 1883 a Samour, in una famiglia molto modesta. La piccola, orfana, venne affidata a un pensionato religioso dove imparò il cucito.

All’età di 20 anni, cominciò a cucire in una sartoria provinciale. Ma era anche ambiziosa, e più d’ogni altra cosa, voleva emergere. Corteggiata da Etienne Balsan, un ricco ufficiale che le fece scoprire la vita mondana e gli usi e costumi della gran società, lo lascerà poi per Boy Capel, uomo d’affari inglese che sarà il suo grande amore. Nel 1909, fu su suo consiglio che aprì una prima boutique di cappelli. Da quel momento in poi, la sua vita prese un ben altro ritmo. Nel 1910 creò il suo primo atelier di modista a Parigi, poi vennero anche le boutique a Deauville e a Biarritz. Cominciò ad accorciare le gonne e a sopprimere la taglia, proponendo vestiti semplici e pratici, la cui estetica s’ispirava a una vita dinamica e sportiva.

Se fu una delle prime donne a tagliarsi i capelli alla maschietta, fu anche una delle prime a portare, e a far portare alle sue clienti, i pantaloni. Una piccola rivoluzione che fu oggetto di scherno tra i suoi colleghi maschi. Dopo la guerra, s’installò al 31 della rue Cambon, dove ancora oggi si trova la casa che porta il suo nome. Frequentò artisti, divenne amica di Jean Cocteau, Pierre Reverdy, Salvador Dalí, Luchino Visconti. Fu peraltro l’amicizia di Cocteau che la indusse a realizzare, nel 1924, i costumi del balletto Le Train Bleu. Si tratta di un balletto che resterà mitico, poiché riunì artisti di gran fama: Jean Cocteau scrisse il libretto, Darius Milhaud la musica, lo scultore Henri Laurens creò gli arredi, Picasso si occupò del programma e del sipario, Coco Chanel concepì i costumi, e Serge Diaghilev diresse il tutto. Per quel che riguarda i ballerini, il cast era altrettanto prestigioso, con Anton Dolin e Serge Lifar.

Le Train Bleu, prodotto al teatro dei Champs-Elysées a Parigi nel 1924, venne  rappresentato a Monte-Carlo nel 1925. Un luogo decisamente ideale, visto e considerato che la trama si svolgeva proprio in una stazione balneare, su una spiaggia su cui si abbronzavano e si divertivano ricchi oziosi, dai nomi evocatori, come il Campione di Tennis o il Giocatore di Golf… Con i loro abiti, a volte costumi da bagno o tute sportive, Coco Chanel firma un’ode all’estate, alla spiaggia, lanciando con qualche anno d’anticipo la moda della « stagione estiva », che, a Monte-Carlo, sarà ben simboleggiata dalla costruzione del Monte-Carlo Beach, nel 1928.

Poiché la storia si scrive un giorno dopo l'altro, Monte-Carlo Société des Bains de Mer vuole rendere omaggio a tutte le donne che operano per il suo successo. Croupier, direttrici di stabilimento o designer, incarnano nel loro quotidiana i valori della Monte-Carlo Société des Bains de Mer, ovvero l'eccellenza, l'audacia, l'inventiva e la passione. A loro va il nostro più sentito ringraziamento !

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