Pubblicato il Settembre 12, 2019Aggiornato il Novembre 09, 2023
Se quella dello yachting è un'industria ancora poco conosciuta, a Monaco è ben radicata, grazie all'architetto navale norvegese Espen Oeino, che ha contribuito in misura significativa a fare del Principato la capitale dello yachting. Nel 2006 vi ha creato la sua società, la Espen Oeino International, ed è diventato vicepresidente del Cluster Yachting Monaco. Incontro con un artista della nautica che, in qualsiasi parte del globo si trovi, resta terribilmente legato alla baia di Monaco.
Per le società di yachting, Monaco è un punto di riferimento unico ?
Espen Oeino : Quando, con Bernard d’Alessandri ed Édouard Mousny, abbiamo creato il Cluster Yachting Monaco, uno dei nostri primi obiettivi è stato quello di cercare di comprendere quante erano le entità all'opera nel Principato nell'ambito dello yachting professionale. Abbiamo voluto fare un inventario. Risultato? 150 società attive nel settore, a tempo pieno o parziale. Ciò ci ha consentito di dimostrare che lo yachting era un'attività importante, che Monaco doveva sviluppare ulteriormente. L'obiettivo era quello di lavorare tutti insieme, e di creare una sinergia. Quando all'estero si parla di Monaco, lo si immagina come il posto più logico per venire a gettare l'ancora del proprio yacht.
Che cos'è che rende uno yacht unico, iconico ?
E.O : Produciamo degli yacht su misura. Lavoriamo a stretto contatto con il cliente, per stabilire il disciplinare di produzione e sviluppare il progetto a sua immagine e somiglianza. Spesso ne scaturisce uno yacht unico, che diventa conseguentemente iconico: è proprio questo il risultato di tale collaborazione. Adoro i frangenti in cui ci sono reazioni controverse circa le mie imbarcazioni, ciò mi permette di cambiare direzione.
Tra l'altro, lei ha creato lo yacht dell'informatico Charles Simonyi…
E.O : Ecco una bella storia, perché si tratta d'un uomo eccezionale, con una personalità molto forte e che sapeva ciò che non voleva. In quel periodo stavo lavorando su un altro yacht, anch'esso diventato iconico, e per l'esattezza l'Octopus, progettato per Paul Allen, il cofondatore della Microsoft. È in quel contesto che ho incontrato Charles Simonyi, a casa sua, a Seattle. Ho subito cominciato a disegnare, già nell'aereo che mi riportava indietro. Ci siamo rivisti quattro settimane dopo a Monaco, e Charles ha adorato i miei schizzi. Per la realizzazione dell'imbarcazione ci sono voluti tre anni, e in definitiva il risultato assomiglia molto proprio a quei primi schizzi.
Quali sono le tendenze attuali nel mondo del design dei super-yachts ?
E.O : Si continua a realizzare degli yacht sempre più grandi, a fornirli di sempre più servizi, come gli elicotteri, le cucine esterne, grandi piscine… Ma non penso che s'intenda dar sfogo a una sorta di mania di grandezza; semplicemente le persone desiderano diventare sempre più indipendenti, vivere nelle loro imbarcazioni in piena autonomia. Penso che il mondo dello yachting stia cambiando obiettivi. Se trent'anni or sono era un luogo di vacanza, per certuni è diventato un luogo di vita, dove si trascorrono a bordo da 6 a 7 mesi. Inoltre anche l'età media dei potenziali clienti di uno yacht si è molto abbassata, e oggi ci si trova a fare i conti con persone più giovani e più aperte alle innovazioni, più propense a prendersi dei rischi. Il mio obiettivo è anche quello di rendere le mie imbarcazioni sempre più ecologiche.
Un'imbarcazione mitica sulla quale le sarebbe piaciuto viaggiare ?
E.O : Ce vi sono molte ! In particolare il Normandie o il France, i tipici transatlantici del secolo scorso che compivano la traversata dell'Atlantico e che rappresentavano la quintessenza del design e della tecnologia dell'epoca. Giorni passati ormai... Però c'era una visione d'insieme che oggi abbiamo smarrito. Ma sa, ciò che conta è navigare, è la relazione tra l'uomo e il mare, imbarcazione a parte.
Lei ha viaggiato in tutto il mondo. Che cosa rappresenta per lei la baia di Monaco ?
E.O : È qualcosa di unico per la bellezza dei paesaggi, per la concentrazione di yacht, per lo Yacht Club di Monaco con la sua sede incomparabile, affacciato com'è direttamente sul mare. Ma mi piace anche molto la diversità della popolazione di Monaco, non smetto mai di essere sorpreso dal numero di persone interessanti che incontro, con trascorsi così diversi. A Monaco c'è un po' di tutto !
Monaco è per lei il luogo dove gestisce i suoi affari, ma è anche dove ama riposarsi, ogni tanto ?
E.O : Riposo poco, sono un iperattivo. Mi reco allo Yacht Club di Monaco, da dove approfitto del panorama mattutino, quando tutto è calmo. Altrimenti faccio qualche passeggiata a piedi in compagnia di mia moglie, per esempio vado al la Vigie, che del resto è un po' come salire a bordo. E poi, d'inverno, prendo spesso la direzione dei monti. Ho bisogno della montagna e del mare, e a Monaco si possono trovare entrambi !
Lei ha detto che un giorno creerà per se stesso un'imbarcazione di 15 metri. A che cosa somiglierà ?
E.O : Ormai sono anni che lavoro su questo progetto. Alla base c'è l'idea di realizzare uno yacht con cui io possa riscoprire mio paese. Mi piacerebbe solcare il mare lungo tutta la costa norvegese, vale a dire 2700 km all'esterno o 20.000 km se si penetrano tutti i fiordi. Dovrà trattarsi di un'imbarcazione con la quale io possa navigare tanto in estate come in inverno. E che sia rapida, perché le distanze da percorrere sono enormi, e la mia pazienza inversamente proporzionale !
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